Il segno è la dominante delle opere grafiche di De Sabbata perché ad esso l’artista ritorna sempre anche quando scandaglia le possibilità offerte dallo strumento informatico. Il computer è quindi un supporto che serve a dare opzioni espressive diverse alla forma intesa come figura disegnata o ritratta. In questa maniera, l’artista fa un uso continuo della grafica computerizzata senza spingersi verso radicali trasformazioni, consapevole che il giudizio estetico nell’Arte Contemporanea abbisogna ancora di riferimenti a dati collocabili all’interno del percepibile dopo aver lasciato le soglie del sensibile. Molto felice in lui l’uso del colore sia per gli accostamenti che per le stesure, ma anche per come De Sabbata lo richiama ad un compito di necessaria integrazione della parte grafica, espandendo nel cromatismo le emozioni che il disegno già di per se stesso riusciva a suscitare. Si avverte l’indispensabilità del colore ancora più quando l’artista frammenta con linee geometriche lo spazio dell’opera, senza tuttavia scomporre l’unità del rappresentato: divisione apparente, dunque, ma lasciata ai toni cromatici come se essi si formassero seguendo gli input dei pensieri dell’osservatore.