Una visita al laboratorio di Avelino De Sabbata presto rivela l’iter della sua produzione artistica che ha origine dalla precisa attenzione per il particolare realistico ed evolve, in seguito, verso una più soggettiva interpretazione, secondo gesti pittorici espressi in varie tecniche – da quella ad olio, all’acquerello – e fino all’elezione dello sfondo a componente imprescindibile del soggetto primo.
Tale é il modo che vale all’artista l’inserimento nella cerchia dei maggiori locali, con l’acquisizione, anche, di primi premi – basti il riferimento all’opera “Turbine verde” -, e a riconoscimenti principali.
L’ultimo sviluppo della sua maniera si legge nei suoi disegni, dove il tema resta per la maggiore quello dei ritratti e del nudo, stavolta nettato dai particolari troppi e, invece, riscoperto nella sua essenzialità. Qui il corpo diviene veicolo comunicativo di sensazioni e, pur mantenendo esso i canoni di un’armoniosa anatomia, supera la sola oggettività i disegni, infatti, corrispondono a una fase di evoluzione e di maturazione, forse critica, della personalità di De Sabbata, impegnato sempre a dialogare con l’osservatore secondo contenuti chiarì e manifesti, ma che concernono una significatività universale.
Sicché, abbandonato il dettaglio, il messaggio nella sua sostanza viene liberato. Quasi sempre assente é l’ambientazione e il soggetto risulta pulito anche dalla componente cromatica. La matita, raramente il carboncino, é strumento atto a far emergere i volumi dal piano. L’energia vitale vibrante dai nudi di Ave viene associata, e qui meglio si sprigiona, a certa dinamicità di linee e di forme, sempre impostate su un andamento fine ed elegante, dove la figura, a volte solo abbozzata, si sgrezza.
Interessanti proposte nei soggetti di scorcio, impaginano la composizione secondo diverse vedute: dal sopra in sotto, di fianco, con felice intuizione nel motivo dei capo che scompare reclino dietro al corpo; a ritratto; con figura accoccolata, entro una dimensione che la contiene in un breve e pur naturale spazio; intera, sorpresa negli spazi bianchi lasciati dal carboncino.
Negli ultimi lavori, di frequente ritratti, a volte figure; raramente paesaggi, i disegni sono digitalizzati e impreziositi con sapienti elaborazioni in computergrafica dove segno e colore si fondono in armonico insieme. La stampa su canvas in dimensioni sempre rilevanti rispetto agli originali sottolinea i gradevolissimi effetti degli sfondi spesso molto colorati e permette all’occhio di spaziare tra il contesto e la scomposizione del segno. Questo si dipana in inaspettate e sempre nuove filigrane che nascono spontanee dalla ruvidezza della carta.
E l’opera, nei disegni di Ave, superato l’abbozzo o lo studio preparatorio, raggiunge il traguardo della compiutezza artistica.